Quali sanzioni rischia il datore di lavoro se la colf o la badante è irregolare, non denunciata all’Ispettorato del lavoro e pagata in contanti?
Da alcuni anni lavora presso casa tua una colf che fa anche da badante al tuo unico genitore rimasto in vita. Tuttavia l’hai assunta in nero e pertanto è irregolare. Non avendola denunciata all’Ufficio del lavoro, sei anche costretto a pagarla in contanti. Da qualche mese però sono sorti tra voi alcuni contrasti particolarmente accesi e temi che possa sfruttare questa situazione di irregolarità per ricattarti. In particolare, il timore è che lei voglia denunciare il lavoro in nero all’Ispettorato del lavoro o all’Inps costringendoti così a pagarle, oltre agli arretrati non dimostrabili con un bonifico o una busta paga, anche i contributi. Così ti chiedi cosa rischi in caso di colf e badante pagata in nero? Ti daremo in questo articolo tutti i chiarimenti di cui hai bisogno.
Se la colf in nero ti denuncia
La colf in nero potrebbe denunciarti all’ispettorato del lavoro per ottenere contributi, tredicesima, tfr, ferie, permessi e differenze retributive. Una recente sentenza della Cassazione (sent. n. 46158/2019) ha ammesso la possibilità per la colf in nero di riprendersi mentre lavora, registrare o scattare foto al fine di dimostrare le prestazioni lavorative rese. Non si tratta di una violazione della privacy se la colf attiva il registratore mentre è presente sul posto e non capta scene di vita familiare, quindi privata, ma solo le mansioni che svolge.
La giurisprudenza di legittimità più recente, richiamata dalla sentenza in commento, fissa i paletti della configurazione del reato di interferenze illecite nella vita privata di cui all’articolo 615 bis del Codice penale:
- non integra tale reato la condotta di colui che in un’abitazione in cui sia lecitamente presente filma scene di vita privata anche senza il consenso di chi venga ripreso; al contrario è interferenza illecita quella realizzata dal terzo estraneo al domicilio che ne violi l’intimità (Cass. 27160/2018);
- il reato non è configurabile allorché l’autore della condotta condivida con i medesimi soggetti e con il loro consenso l’atto della vita privata oggetto di captazione; è al contrario illecita la condotta di colui che carpisca immagini attinenti alla vita privata di altri soggetti che si trovino nella privata dimora, siano essi stabili conviventi o ospiti occasionali, senza esservi in alcun modo partecipe (Cass. 36109/2018).
In sintesi, la giurisprudenza delinea, in modo chiaro e netto, la riferibilità dell’autore del reato a un soggetto che carpisca immagini relativi a luoghi di privata dimora in cui il medesimo non sia ammesso, realizzando così un atto di interferenza nell’ambito privato altrui. Ulteriore presupposto di tale reato è poi costituito, da un lato, dalla compartecipazione dell’autore delle riprese all’evento e dal disvalore obiettivo delle immagini, riprese da un soggetto, lecitamente inserito nei luoghi di privata dimora.
Lavoro nero: conseguenze dell’irregolarità della colf con lo Stato
La badante e la colf, così come ogni altro lavoratore, deve essere assunto regolarmente e denunciato all’Inps; quest’obbligo ovviamente spetta al datore e non alla collaboratrice familiare. Se il datore non vi provvede è responsabile personalmente per il lavoro in nero. In tal caso scattano due tipi di conseguenze, la prima per la mancata comunicazione dell’assunzione; la seconda per l’omessa iscrizione all’Inps. Vediamo più nel dettaglio le relative sanzioni:
- la prima sanzione scatta per l’omessa o la ritardata comunicazione dell’assunzione all’Inps va da 200 a 500 euro per ogni lavoratore e che bisogna pagare al centro per l’impiego. Non è una sanzione di tipo penale ma amministrativo;
- la seconda sanzione scatta per il lavoro nero in sé ossia per la mancata iscrizione all’Inps; per tale comportamento, che è conseguente al primo, la Direzione Provinciale del Lavoro può applicare al datore di lavoro una sanzione che va da 1.500 euro a 12mila per ciascun lavoratore in nero, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo, cumulabile con le altre sanzioni amministrative e civili persistenti contro il lavoro in nero.
Sempre nei confronti dello Stato, il datore di lavoro è altresì responsabile per l’omesso pagamento dei contributi previdenziali. Le sanzioni sono pari al tasso del 30% su base annua calcolate sull’importo dei contributi evasi con un massimo del 60% e un minimo di 3mila euro, indipendentemente dalla durata della prestazione lavorativa accertata. Anche per una sola giornata di lavoro in nero il datore di lavoro può essere punito con la sanzione minima applicabile di 3mila euro.
Questa sanzione ovviamente si cumula con quelle amministrative che abbiamo appena visto per la mancata comunicazione dell’assunzione e la mancata iscrizione all’Inps.
Se il pagamento dei contributi avviene con un ritardo di non oltre 12 mesi le sanzioni si riducono per un massimo del 40% sull’importo dovuto nel trimestre o sulla cifra residua da pagare.
Se la badante non ha il permesso di soggiorno
Vediamo ora cosa rischi se scopri che la badante in nero è anche irregolare, ossia è immigrata senza il permesso di soggiorno. In tal caso il datore di lavoro rischia l’arresto da tre mesi a un anno e l’ammenda di 5mila euro per ogni lavoratore impiegato.
La badante può chiedere gli arretrati?
I problemi non sono finiti. Anzi, il peggio deve ancora venire. Se hai pagato la badante in nero è verosimile che non hai conservato alcuna dimostrazione tracciabile del versamento dei soldi. Le avrai di sicuro dato i soldi per contanti di volta in volta. Ebbene, se non le hai fatto firmare nulla lei potrà citarti fino a cinque anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro sostenendo che non le sono stati mai versati gli stipendi, la tredicesima, la quattordicesima, i permessi, le ferie e il Tfr. E se anche tu riuscissi a dimostrare il contrario, ossia che l’hai retribuita, è verosimile che l’importo sia stato inferiore rispetto a quello previsto dal contratto collettivo nazionale; il che significa che dovresti integrare le mensilità con quanto dovuto per legge. Oltre a ciò resti tenuto a versare i contributi previdenziali.
ARTICOLO COPIATO DA: Colf e badante pagata in nero: cosa rischio? (laleggepertutti.it)