Come lavare, alzare, vestire una persona allettata.
L’attività del caregiver – sia essa professionale o familiare – è una attività delicata, di grande importanza e dal considerevole sforzo, anche fisico. Prestare assistenza a una persona anziana, malata o disabile richiede, oltre che una predisposizione alla vicinanza alla sofferenza altrui, anche una certa tempra fisica affinchè, con l’andare degli anni, le manovre necessarie all’accudimento dell’assistito non comportino danni fisici in chi se ne prende cura.
LE PATOLOGIE DEL CAREGIVER – Sollevare una persona dal letto e trasferirla su una carrozzina, girarla per operazioni di igiene personale, metterla su una barella sono tutte attività che implicano un sovraccarico biomeccanico per l’assistente. A essere messo fortemente sotto stress è il suo sistema muscolo scheletrico, il quale è costretto ad assumere posture spesso innaturali, oltre che a farsi carico di pesi considerevoli. Questo tipo di attività espone dunque i caregiver a patologie del rachide o muscolo scheletriche, che impongono di adottare delle accortezze. E’ necessario, per il caregiver, lavorare correttamente con le leve di appoggio ed equilibrio, scomporre il movimento in piccoli movimenti con le prese corrette agli spostamenti e trasferimenti e, ove possibile, aiutarsi con ausili specifici adatti allo scopo.
GLI AUSILI PER IL TRASFERIMENTO – Sul fronte degli strumenti di trasferimento pazienti disabili, ci vengono in aiuto alcuni validi ausili che permettono di movimentare la persona con, contemporaneamente, uno sforzo ridotto per l’assistente e la piena sicurezza per l’assistito. Tra questi, il disco girevole per trasferimenti, abbinabile alla cintura lombare e cintura gambe che aiutano a posizionare e trasferire, sollevandolo, il paziente. Il disco, che si presenta con una superficie antiscivolo, è un piano girevole sul quale si fanno appoggiare i piedi dell’utente che si voglia far trasferire dal letto alla carrozzina, ad esempio. Una volta posizionato in modo eretto sul disco, l’utente può essere fatto ruotare senza eccessivo sforzo per l’assistente e senza il rischio di inciampo. Per maggiore controllo, il disco può essere bloccato dal caregiver con un piede.
In abbinata al disco, si possono utilizzare anche le cinture, lombare o per le gambe, che servono a posizionare, sollevare o aiutare a deambulare l’utente. Quella lombare è una cintura che, sfruttando una leva, aiuta ad alleggerire il carico per l’assistente su articolazione e schiena. La cintura, regolabile, è dotata di sei maniglie (due orizzontali e quattro verticali) alle quali può aggrapparsi l’utente che debba alzarsi (in questo caso viene indossata dal caregiver). Indossata dal paziente, è utilizzata dall’assistente per sollevarlo.
Quando invece si voglia trasferire una persona senza il controllo degli arti inferiori sul letto, può essere utile la cintura che si applica alle gambe. Regolabile con chiusura in velcro e imbottita, è dotata di due impugnature imbottite e rinforzate che il caregiver utilizza per sollevare le gambe dell’utente nei trasferimenti letto-carrozzina, come si vede nell’immagine.
Altri strumenti utili sonoi teli per spostamenti sul, da e verso il letto, che servono all’assistente per agire senza caricare eccessivamente sulla propria schiena e braccia. Grazie a questi ausili, infatti, il paziente può essere spostato in senso orizzontale o verticale, o girato su un fianco. I teli, che possono essere ad alto scorrimento, a seconda dell’uso possono essere dotati di cinghie che aiutano a sollevare la persona e riposizionarla.
LE MANOVRE CORRETTE – Come detto, movimentare una persona non autosufficiente, o comunque non collaborante dal punto di vista motorio è una operazione che, soprattutto quando fatta da soli, va intrapresa secondo le corrette manovre di movimentazione. Fermo restando che la scelta più idonea dell’approccio di movimentazione deve tenere conto in primis delle esigenze e della collaborazione o non collaborazione del paziente, esistono alcune regole generali per effettuare correttamente questo tipo di operazioni. Tra queste, ricordiamo di:
– non flettere la schiena ma le ginocchia
-ampliare la base di appoggio allargando e flettendo le gambe, in senso trasversale o longitudinale a seconda della direzione dello spostamento
– avvicinarsi il più possibile al paziente da spostare;
– garantire una buona presa del paziente prima di iniziare qualsiasi operazione di movimentazione;
– dare indicazioni con parole, frasi e gesti semplici durante la mobilizzazione
IGIANE – La corretta igiene del paziente allettato è sinonimo di benessere psicofisico per la persona che non riesce più a essere autosufficiente. Ma non solo. Previene la diffusione di infezioni e irritazioni della pelle.
La cute deve essere curata e mantenuta in buone condizioni perché, in un individuo che non può muoversi, limita la perdita di liquidi dal corpo e ne regola la temperatura. Soprattutto, un’epidermide sana permette di percepire le emozioni con il mondo esterno e fa sentire l’individuo meno isolato. Le complicanze più comuni? Piaghe da decubito e lesioni.
Voglio darti un suggerimento: informa il paziente di ogni passaggio dedicato alla pulizia del corpo e sfrutta le sue capacità residue per aiutarti nel compito. Bene ora vediamo come si svolge una corretta igiene del paziente allettato.
Quali strumenti devi avere nella fase preliminare
Prima di iniziare lavati le mani. Prepara gli spazi e il materiale pulito. A portata di mano devi avere:
- Guanti monouso
- Sapone detergente disinfettante liquido
- Salviette monouso
- Detergenti corpo dermatologicamente testati per pelli sensibili
- Schiuma detergente per il lavaggio a secco
- L’occorrente per l’igiene della bocca e dei denti
- L’occorrente per l’igiene dei piedi
- Padella, tela cerata, bacinella, asciugamani
- Biancheria in cotone e pannoloni
- Sacche per la diuresi
- Buste per i rifiuti e contenitori per materiali provenienti da medicazioni.
Anche se il paziente non può essere spostato cambia le lenzuola facendolo ruotare prima su lato e poi sull’altro. Poi togli la coperta e il copriletto, piegandole sulla sedia se possono essere riutilizzate. .
La procedura corretta per l’igiene quotidiana del paziente allettato
Il primo passaggio per l’igiene del paziente allettato è garantire la privacy. Rendi inaccessibile la stanza ai non addetti e sistema un paravento intorno al letto: il malato non deve sentirsi un oggetto, è importante avere rispetto delle sue condizioni.
Adesso puoi lavare il paziente. Copri con un asciugamano le parti che non devono essere igienizzate subito e riempi una bacinella con dell’acqua tiepida e detergente neutro. Inizia dall’alto verso il basso, parti del viso: dalla fronte, guance, orecchie, mento, viso, naso e occhi. Utilizzare anche un latte detergente per pelli sensibili.
Per pulire gli occhi usa una manopola con spugna di cotone. Fai un movimento dall’interno verso l’esterno. Poi occupati del naso e lati della bocca. Se l’individuo ha delle secrezioni -soprattutto alle narici o alle orecchie- applica un impacco caldo/umido per ammorbidirle e rimuoverle. Ad esempio, una garza bagnata o un tampone con soluzione fisiologica.
Una volta concluso questo passaggio puoi risciacquare. Se ti prendi cura di un uomo puoi procedere alla rasatura, se si tratta di una donna puoi idratare la pelle del suo viso con un latte detergente.
Il passo successivo? La pulizia delle ascelle e delle braccia. Piega il lenzuolo fino alla vita e sbottona la camicia, le braccia devono essere tolte dalle maniche. Insapona collo, ascelle e petto. A questo punto, puoi risciacquare. Le braccia vanno lavate una per volta e asciugate, tamponando.
Le mani vanno lavate in una bacinella piena d’acqua pulita e detergente. Le unghie vanno pulite con l’apposito spazzolino. Se sono troppo lunghe tagliale con un tronchesino. Il discorso è simile per i piedi.
Ora è il turno della schiena. Deve essere lavata e risciacquata nella sua lunghezza, sempre con detergenti speciali. Gira il paziente su un fianco. Nella parte anteriore deve essere coperto da un telo e un asciugamano per proteggere il letto. In questa fase controlla che non ci siano presenti lesioni da decubito.
Per le gambe utilizza la manopola o in alternativa una spugnetta imbevuta di detergente. Quando hai finito risciacqua sempre con acqua pulita.
L’igiene del cavo orale
Quando ti occupi dell’igiene del paziente allettato non trascurare la cura del cavo orale, deve essere fatta dopo ogni pasto e prima di andare a dormire. Se l’individuo è autonomo può provvedere da solo con spazzolino, dentifricio e sciacqui di collutorio.
La situazione cambia se la persona non è autonoma. Cosa fare? Sarai tu a lavargli i denti con lo spazzolino oppure fasciati il dito indice e medio con una garza imbevuta di collutorio e pulisci la lingua, palato, pareti bucali e denti.
Ancora una cosa: se necessario provvedi con frequenza alla pulizia della dentiera, sfruttando soluzioni specifiche.
L’igiene delle parti intime
Per l’igiene del paziente allettato questo passaggio merita un paragrafo a parte. Devi cambiare il pannolone ogni due ore. Il motivo è chiaro: la pelle non deve arrossarsi. Infatti, è consigliabile usare detergenti intimi non aggressivi.
Se sono presenti elimina le feci e cambia il pannolone. Lascia, però, la traversina. Ti servirà durante il lavaggio per non bagnare il letto. Alla fine delle operazioni potrai gettarla via.
A questo punto, bagna la spugna con dell’acqua saponata e comincia a igienizzare le zone interessate. In seguito, risciacqua. Versa l’acqua direttamente sulla parte interessata per cancellare residui di detergente. Ora asciuga con un telo pulito.
L’igiene delle parti intime nella donna viene fatta a gambe divaricate con una padella sotto di esse. In questo modo l’acqua viene lasciata scorrere verso il basso nella fase del risciacquo. In ogni caso, per detergere le parti intime impiega una spugnetta nuova, diversa da quella precedente per ridurre il rischio di contaminazioni. Devi effettuare un movimento dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno. Il discorso è simile per gli uomini. Procedi dall’interno verso l’esterno.
In entrambe le situazioni sciacqua, versando acqua calda. Quando hai finito asciuga bene, tamponando per eliminare l’umidità. Questo fattore è un pericolo perché, in una zona delicata come quella genitale, può causare problemi alla pelle, funghi o infezioni cutanee.
Adesso, come ti ho già accennato, puoi togliere la traversa e passare al cambio del pannolone. Un suggerimento: non stringerlo troppo per consentire libertà di movimento. Se è necessario, spalma creme che aiutino l’equilibrio della pelle. Se ci sono ferite svolgi le dovute medicazioni.
In questa fase finale adagia il paziente in una posizione comoda e rivestilo con indumenti di cotone. Assicurati che abbiano una chiusura davanti o laccetti dietro la schiena.
Elimina tutto il materiale di scarto e metti da parte gli oggetti che devono essere sterilizzati.
Per approfondire: come pulire la camera di isolamento in una casa di cura
Il lavaggio dei capelli
La corretta igiene del paziente allettato prevede anche il lavaggio dei capelli. Ecco cosa devi fare: distendi la persona in posizione supina e metti la traversa monouso sotto la testa. Sollevala con l’aiuto di un cuscino sotto al collo per sostenere le spalle.
Ora disponi la bacinella sotto il capo e con una brocca bagna i capelli con dell’acqua tiepida. Impiega uno shampoo poco schiumoso, risciacqua e friziona la cute con l’asciugamano. Poi asciuga con il phon delicatamente.
La corretta igiene del paziente allettato: la tua esperienza
In questa piccola guida per la corretta igiene del paziente allettato ho provato a spiegarti i passaggi fondamentali che garantiscono il benessere di una persona costretta alla sedentarietà.
Ora mi piacerebbe ascoltare la tua opinione. Tu come ti comporti nella gestione del paziente allettato? Lascia pure la tua risposta nei commenti. Arricchiamo insieme questo argomento.
Vestizione e svestizione del paziente: La tecnica Oss
Per una persona appena ricoverata, ricevere informazioni circa l’abbigliamento da indossare è importante al pari di conoscere altre notizie riguardanti il suo stato di salute. Questo perché il comfort derivante dal sentirsi avvolto da panni freschi e puliti tutti i giorni, facili da indossare, favorisce senz’altro il benessere psico-fisico dell’ammalato e quindi il suo processo di guarigione.
Si tratta dunque di un bisogno che deve essere soddisfatto, spesso di comune accordo con i famigliari che si occupano di gestire il suo guardaroba.
La cosa ideale sarebbe far indossare a tutti i pazienti un camice di cotone a mezza manica, con nessuna o poche cuciture al suo interno, una chiusura a laccetti sul retro e abbastanza largo da non aderire troppo alla pelle.
Il motivo di questa scelta riguarda l’agevolezza e la velocità con cui può essere indossato e sfilato nei casi di emergenza, ma anche la possibilità per il personale sanitario di intervenire in molti casi sul corpo del paziente ottimizzando tempi e sforzo fisico.
Ad esempio, senza la manica che arriva fino al polso è più semplice inserire e tenere sotto controllo un catetere venoso periferico nell’arto superiore, eseguire un prelievo di sangue o rilevare la pressione arteriosa.
Oppure l’apertura del camice posteriore offre al sanitario l’opportunità di gestire cateteri vescicali, drenaggi e alcune medicazioni senza problemi e al paziente, la tranquillità di non doversi spogliare ogni volta e fare quindi sforzi inutili.
Premesso questo, che rappresenta una situazione perfetta, nella maggior parte dei casi i pazienti preferiscono indossare i propri abiti e quindi a questo punto si può consigliare loro di rispettare le seguenti indicazioni: indossare pigiami, camicie da notte o tute che siano larghe, comode, di tessuti morbidi e che non facciano sudare. Preferibilmente con poche cuciture per evitare lesioni da pressione, soprattutto se si tratta di persone allettate o in carrozzina.
Il secondo messaggio che deve trasmesso al paziente riguarda il quotidiano cambio della biancheria. Gli Oss in turno, infatti, devono assicurarsi che tutti i degenti, soprattutto quelli autosufficienti che non sono quindi gestiti dal personale di servizio, ogni mattina effettuino la pulizia del corpo e la sostituzione quanto meno della biancheria intima.
In ospedale, più che in qualsiasi altro luogo, infatti, mantenere una corretta igiene e pulizia è fondamentale per evitare la trasmissione di infezioni non solo da un paziente all’altro, ma anche da sé stessi. Usare slip del giorno precedente, per esempio, può rallentare la guarigione da infezioni delle vie urinarie, oppure cambiare il camice sporco di feci o di sangue può evitare di trasmettere eventuali batteri ad altre parti del corpo, ecc.
Se il paziente non è autosufficiente, invece, devono essere gli operatori stessi, in coppia, ad effettuare la svestizione dello stesso. Vediamo come:
- Informare il paziente
- Controllare la temperatura della camera
- Sfilare l’indumento sporco, facendo attenzione agli arti infortunati, se ce ne sono, o temporaneamente fuori uso per esempio per infusioni o per la presenza di un gesso. In questo caso, va prima svestito l’arto sano e poi quello invalido.
- Se presenti più indumenti, come maglia intima e pigiama, togliere prima quest’ultimo e poi la maglia. Mai insieme. La tecnica consiste nel tirare l’indumento fino alle spalle, sfilarlo prima dalle maniche in avanti e poi dalla testa.
- I pantaloni vanno abbassati fino alle caviglie facendo sollevare il bacino al paziente e poi sfilati dai piedi.
Dopo avere eseguito l’igiene, bisogna passare alla vestizione:
- Avvolgere la manica o la gamba dell’indumento e far passare gli arti delicatamente, fino a che le maniche e le gambe degli abiti siano stese completamente.
- Far abbassare la testa al paziente e far sollevare le braccia fino a che l’indumento non sia passato dall’altra parte della testa e sia stato steso dietro la schiena.
- Per il pantalone, portarlo fino all’altezza del bacino, far sollevare lo stesso al paziente o aiutare a farlo e portare i pantaloni fino alla vita.
Va ricordato che l’obiettivo degli operatori deve sempre essere quello di far riacquisire al paziente, il prima possibile, il maggior grado di autonomia. Quindi sarebbe opportuno limitare il più possibile questo tipo di prestazioni ed eseguirle solo in casi strettamente necessari.
ARTICOLO COPIATO DA:
https://www.disabili.com/prodotti/articoli-qprodotti/manovre-e-ausili-di-sollevamento-e-movimentazione-utente-per-prevenire-le-patologie-del-cargiver
https://www.nurse24.it/oss/risorse-oss/vestizione-svestizione-paziente-tecnica-oss.html